Questo sito utilizza cookie tecnici e strumenti di tracciamento ad essi assimilabili.
Per maggiori informazioni consulta la pagina Privacy.

Privacy policy

 

Un sogno del cassetto

 

Grazie a tutti i volontari che hanno partecipato all'iniziativa!

ELABORATI SELEZIONATI

 

LUCA LONGONI

Croce Rossa Italiana - Comitato di Merate (LC)

LA MIA PANDEMIA

Ho pianto ed ho mentito. Ecco cosa ho fatto a marzo e per buona parte di aprile 2020. Ho pianto dalla preoccupazione e dalla paura per me e per i miei cari, ho pianto per lo stress emotivo che noi soccorritori ci siamo trovati a gestire (che non ti insegnano in nessun corso), ho pianto per alcune scelte che ho dovuto prendere per altri, pieno di dubbi di aver fatto la cosa giusta. Ho pianto tanto ma ho mentito tanto. Ho mentito a quella signora anziana che mi ha chiesto se sarebbe riuscita a rivedere i suoi nipotini, ho mentito a quel figlio che mi ha chiesto se suo padre sarebbe tornato a casa, ho mentito a quella moglie che in cima alle scale mi ha chiesto se suo marito avesse risposto al suo "ti voglio bene". Ho mentito a me stesso convicendomi che tutto andava bene quando non era affatto così. Ma nelle ultime settimane di maggio 2020 ho smesso di piangere e di mentire perché si è iniziato a vedere uno spiraglio di luce grazie al sacrificio di tanti, ciascuno secondo le proprie possibilità. Il buon umore è tornato, per fortuna. Questi sentimenti hanno accomunato tanti volontari del soccorso con cui ho parlato, con cui mi sono scritto o ho semplicemente guardato: siamo chiamati ad essere professionali senza essere professionisti, sempre!

Luca Longoni, CRI Merate con Mario Cerino, Direttore AAT 118 Lecco

 

ERICA MORETTI

ODV Volontari Ambulanze V.A.P.C.I.S.S. - Sale Marasino (BS)

Quando la vita di tuo padre ti scivola tra le mani, quando all'urlo di mamma diventi glaciale e " non respira - piano rigido - 30:2 " quando all'arrivo dell'eliambulanza - dae e passi a ventilare, quando non c'è più niente da fare e ti incolpi di non avercela fatta. Quando razionalizzi e capisci che hai fatto tutto da manuale e meglio non potevi fare.
Il mio sogno nel cassetto è allargare la cultura del primo soccorso in modo che chiunque si trovi nella mia situazione possa non avere rimpianti e faccia pace con se stesso.

Erica Moretti, OdV Ambulanze di Sale Marasino con Marco Botteri, Direttore AAT 118 Brescia

 

IVAN PIANURA

Croce Rossa Italiana - Comitato dell'Insubria (VA)

Era il 94 quando, da obiettore di coscienza, capitai nella CRI di Varese. Non sapevo nulla: gente soffriva, altra moriva mentre facevo qualcosa. Notti insonne: la sofferenza mi portò introspettivamente tra mille riflessioni. Difronte a uno specchio: la divisa era quella, l'anno era lungo. Reagii trasformando la paura in studio, le lacrime in competenza; tutto cambiò. Più di metà della mia vita è vissuta in questo ambiente e oggi è il mio mestiere. L'ambiente mi ha dato anche una splendida famiglia: una porta da attraversare e fuori si lascia lo schifo; è solo lì che levi l'armatura. Non esisteva il 118 quando ho cominciato, si improvvisava. Oggi la realtà è decisamente migliorata: ora è un soccorso a tutto tondo!
È lo stesso soccorso che si è guardato allo specchio è ha deciso di crescere con l'impegno dei molti, istituzioni comprese; forse abbiamo camminato insieme.
Il mio sogno? Continuare a vivere quelle persone che lavorano con dedizione: una abnegazione che trova logica ma solo in un continuo crescendo, con coesione e riconoscimento di ogni singola figura che, da punti di vista ed estrazioni sociali diverse, possa raccontare della propria notte vissuta insonne. A tutto tondo!

Ivan Pianura, CRI dell'Insubria con Sabina Campi, Direttore AAT 118 Varese

 

ROBERTA SALA

Croce Rossa Italiana - Comitato di Varedo (MB)

Primo giorno "la CRI è un gioco. Avete mai osservato un bimbo giocare? Quando gioca si isola da tutto, si concentra solo su quello che sta facendo e ci mette impegno e passione. Giocare per lui è una cosa seria. Vi auguro di vivere CRI con lo stesso impegno, serietà e passione che ha il bimbo quando gioca".
Da allora sono passati 5 anni, una qualifica da soccorritore, 2 missioni umanitarie e io ancora guardo il mio tempo da volontaria in CRI come a un privilegio, come a una meraviglia, come le luci di natale, come il mare. Sono un soccorritore e questo a prescindere se indosso la divisa e sono su un'ambulanza che corre in cerca di aiutare una vita. Sono un soccorritore sempre. Lo sono così come sono una persona, una mamma, una professionista. Mi sento grata e sento il peso della responsabilità di quello che sono e cerco di celebrarlo sempre. Chi fa soccorso in terra o in mare ha la responsabilità non solo di salvare una vita ma di prendersi cura di un essere umano che ha paura e di immedesimarsi in questa come fosse quella di qualcuno che ama affinché egli si senta davvero al sicuro fra le nostre mani.
Questo mi auguro per il futuro, sempre più mani che aiutano e che consolano.

Roberta Sala, CRI Varedo con Gianluca Greco, Direttore AAT 118 Monza e Brianza

 

 


Data di pubblicazione: 02/12/2022, ultimo aggiornamento : 24/08/2023